Storia

Sistema Bibliotecario dell’Ateneo (SBA) Magna Graecia

Presidentessa prof. Tiziana Montalcini

SBA è situato nella città di Catanzaro, capoluogo della Calabria, che si affaccia sul soleggiato Golfo di Squillace, lambito dalle calde acque nel Mar Jonio. Catanzaro è anche nota come la “città dei due mari” perché situata nel punto più stretto del territorio calabrese, a meno di 30 km dall’altra sponda, lambita dal Mar Tirreno. SBA sorge in un territorio intriso di storia, cultura e tradizione.

Il territorio che si affaccia sul mar Ionio e che va da Taranto a Reggio Calabria per poi risalire fino a Cuma, in Campania, corrisponde a quell’area dell’Italia meridionale colonizzata dagli antichi greci nell’VIII secolo a.C. che prese il nome di “Magna Grecia”.

Qui nacque altresì il nome “Italia”. Il patrimonio documentale e librario di SBA è vasto e comprende più di 100 mila volumi e abbonamenti a circa 23 mila riviste scientifiche in formato elettronico e digitale. SBA include una serie di biblioteche disciplinari (quella biomedica, giuridico-economica e delle professioni sanitarie) ed è situata all’interno del moderno Campus Universitario dell’Ateno Magna Grecia, nel quartiere di Germaneto.

Catanzaro vanta un affascinante centro storico, caratterizzato da un labirinto di vicoli e case storiche, che rimandano ad un trascorso medioevale. Famosa è la statua in bronzo del Cavatore, simbolo del lavoro e della forza; il Complesso Monumentale del San Giovanni, che sorge sull’area del Castello Normanno, eretto nell’XI secolo da Roberto il Guiscardo.

L’ affascinante e moderno litorale costiero di Catanzaro lido pullula di stabilimenti balneari e locali alla moda frequentati dagli studenti e docenti dell’Ateneo. Il Parco della Biodiversità di Catanzaro, dedicato alla flora e fauna tipiche dell’area mediterranea, è il polmone verde della città, un Museo di Arte Contemporanea a cielo aperto con opere di Paladino, Fabre, Gromley e Marc Quinn.

SBA ha un forte legame con il passato e con il suo territorio e solo ripercorrendo le gesta, i pensieri e le scoperte degli illustri personaggi che hanno vissuto in questo territorio, è possibile comprendere i processi di evoluzione culturale e scientifica che hanno accompagnato la nascita dell’Ateneo e delle sue biblioteche.

Vissero in questo territorio, tra il VI e V secolo a.C., i medici Democede, Alcmeone e Filolao, questi ultimi due, tra l’altro, come discepoli di Pitagora. Democede di Kroton (attuale Crotone) visse nel VI secolo a.C. e fu il primo medico greco d’Occidente che, secondo lo storico Erodoto, curò il re di Persia Dario e su moglie Atossa. La filosofia di Pitagora di Samo originò nelle colonie italiche della Magna Grecia, e in particolare nella città di Kroton. La scuola pitagorica si caratterizzava per i particolari rituali e pratiche igieniche che fornirono le basi della medicina preventiva moderna. L’attività fisica, i giochi, la musica, l’astensione dal consumo di carne e le passeggiate all’aria aperta erano i fondamenti della dottrina pitagorica, orientati alla cura del corpo. Questa attenzione portò alla nascita di numerose palestre e furono innumerevoli gli atleti originari della città di Kroton che vinsero più volte le olimpiadi. Tra questi vi fu Milone, pugile e lottatore imbattuto per oltre vent’anni. La dottrina pitagorica era originale in quanto sviluppata da un’ intera comunità di ricerca che si interrogava su tematiche filosofiche e scientifiche. Inoltre era aperta a tutti, incluse le donne e gli stranieri e richiedeva un lungo periodo di noviziato prima di esservi ammessi. Essa presenta, pertanto, molte analogie con il modello di istruzione delle università, nato solo successivamente nel medioevo. Pitagora riconosceva le virtù terapeutiche delle piante. Quando la scuola pitagorica si dissolse, molti seguaci iniziarono a praticare l’arte medica in maniera itinerante. La diffusione dei medici pitagorici minò il potere della classe medica ufficiale, che era rappresentata da quella dei sacerdoti asclepiadei. Pitagora aveva sposato Teanò, donna magnogreca di Kroton, carismatica, emancipata, considerata la prima donna filosofa e matematica della storia, ma fu anche astronoma e guaritrice. Sette lettere pervenuteci sono considerate autentiche, nelle quali scrisse prevalentemente di psicologia familiare. Fu un’autentica protagonista della scuola pitagorica, anche alla morte del marito.

Alcmeone di kroton (VI-V secolo a.C.) fu medico e filosofo, nonchè illustre discepolo di Pitagora quando il caposcuola era in età avanzata. Alcmeone si interessò del ruolo del cervello come organo centrale dell’uomo. Effettuò esperimenti su animali e scoprì che i nervi collegano il cervello agli occhi. Studiò inoltre le modalità di riproduzione degli esseri viventi ed elaborò la definizione di salute e malattia. Secondo Alcmeone, la salute corrispondeva alla democrazia (“isonomia”), mentre la malattia alla monarchia. Alcmeone sosteneva che quel che ha il potere di conservare la salute è  “l’equilibrio delle potenze: umido secco, freddo caldo, amaro dolce”. Ippocrate, successivamente, si riferì ai concetti di Alcmeone, sostenendo che la malattia derivi dallo squilibrio tra gli umori. Filolao fu medico e filosofo, originario anch’egli di Kroton. Alcune fonti storiche sostengono che provenisse da Taranto, ma di certo visse nella città di Pitagora, del quale fu seguace. Egli inoltre era contemporaneo di Socrate. Filolao fu tra i maggiori rappresentanti del pitagorismo. Si interessò della composizione corporea e giunse alla conclusione che l’eccesso o la mancanza di nutrimento erano causa di malattia. Comunque la dottrina filosofica di Filolao si fondò su concetti relativi alle “forze contrapposte” diversi da quelli diffusi da Alcmeone e Democede.

Seguace della poetessa Saffo, Nosside visse tra il IV e il II secolo a.C. nella colonia greca di Locri. Fu la più grande poetessa della Magna Grecia, in un territorio che assegnò un ruolo importante alle donne, esempio di grande civiltà e modernità. Descrisse la bellezza del mondo femminile, dell’amore e della vita.

Il periodo della Magna Grecia fu caratterizzato da una grande vivacità intellettiva che si ritrova anche in personaggi di epoche successive. Flavio Magno Aurelio Cassiodoro fu “magister officiorum” all’epoca di Teodorico. Il fondamento dell’ideologia di Cassiodoro era rappresentato dal concetto di civilitas, che implicava la convivenza di romani e stranieri fondata sulle leggi. Si ritirò a Squillace, in Calabria, intorno al 544 dove fondò un monastero, “Vivarium”, celebre per la conservazione dei codici e l’ intensa attività di traduzione di opere greche. Nel XII secolo ottenne una sempre più crescente popolarità per i suoi studi biblici, l’abate Gioacchino da Fiore. Nato a Celico, in provincia di Cosenza tra il 1130 ed il 1145, Gioacchino entrò a venticinque anni nel ramo cistercense dell’Ordine benedettino. Nel 1189 fondò il monastero di S. Giovanni in Fiore, che divenne il centro dell’Ordine benedettino Florense. Egli propose un profondo rinnovamento della Chiesa basato sulla profezia della terza età. Il suo era un pensiero nuovo, originale, basato su nuova forma di esegesi, un modo originale di interpretare la Bibbia e la storia. Poiché il creatore è trino, anche il significato della storia doveva essere trinitario. Divulgò un pensiero teologico per immagini. Per la sapienza del suo spirito profetico, venne collocato da Dante nel cielo del Sole. Una delle più importanti riforme del rinascimento con effetti universali ha visto protagonista Luigi Giglio, noto come Lilio, astronomo e medico, docente di medicina all’ università di Perugia, nato a Cirò intorno al 1510. Egli fu infatti l’ ideatore della riforma del calendario gregoriano, la « reparatio kalendarii », promulgata nel 1582 da Papa Gregorio XIII, che risolse una questione vecchia di almeno quattro secoli. Quasi tutti i paesi Europei adottarono questo calendario, fatta eccezione per la Russia che lo ha adottato solo a partire dal 1917 per passare, successivamente, all’anno sovietico.